Notizie allarmanti dalle nostre carceri
Stefano Cucchi muore in situazioni misteriose, lasciando un corpo con chiarissimi segni di violenze fisiche: vertebre rotte, costole spezzate, occhi lividi, schiena segnata, … La giustizia dovrà stabilire se è stato “massacrato” di botte e, nel caso, dove e da chi. Per ora una cosa è sicura: Stefano è morto il 22 ottobre scorso a 31 anni. Ci sono testimonianze. Iniziano le indagini.
Leggiamo su “La Repubblica.it” di oggi un altro episodio allarmante registrato nel carcere Castrogno di Teramo, episodio di cui esiste anche la registrazione sonora (ed è possibile ascoltarlo sullo stesso sito di Repubblica): un superiore dice ad una guardia carceraria: “Abbiamo rischiato una rivolta perché il negro ha visto tutto. Un detenuto non si massacra in sezione, si massacra sotto…”. Stanno partendo indagini giudiziarie ed amministrative, nonché interpellanze parlamentari su un episodio così grave, che lascerebbe supporre che “massacrare” un detenuto sia prassi corrente, in questo istituto di pena.
E non basta, un altro giovane è entrato in carcere vivo e ne è uscito morto dopo un giorno.
E verrebbe segnalata anche una notevole propensione ai suicidi!
ACAT VIGILA e INFORMA: aspettiamo l’esito delle indagini, ma non possiamo non far sentire forte e chiaro il grido della sua preoccupazione per lo stato di diritto nel nostro sistema carcerario.
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