11-1-2013 – La Corte europea dei Diritti Umani, ha dichiarato ammissibile il ricorso i fatti della caserma di Bolzaneto

La Corte europea dei Diritti Umani, ha dichiarato ammissibile il ricorso presentato da 20 parti offese per i fatti della caserma di Bolzaneto , decidendo di dare al caso “la massima priorità” La Corte ha quindi chiesto al governo italiano di fornire informazioni dettagliate sull’accaduto, sull’inchiesta, sui processi e sull’adeguatezza delle pene comminate ai responsabili, domande a cui dovrà essere data risposta entro l’aprile 2013.

In particolare la Corte chiede quali provvedimenti disciplinari siano stati adottati nel corso del processo nei confronti degli agenti accusati, quale sia stata l’evoluzione delle loro carriere e se siano stati pagati i risarcimenti provvisori disposti con la sentenza di primo grado del 2008. Le risposte a queste domande saranno quasi sempre negative o molto deludenti. È da ricordare che tutti i reati contestati nel processo di Bolzaneto a funzionari e agenti furono dichiarati prescritti proprio in ragione dell’assenza, nell’ordinamento italiano, di una espressa norma che preveda e punisca il reato di tortura». Va ricordato anche che nel 2010 l’Italia aveva pubblicamente respinto una raccomandazione dell’ONU che la invitava a inserire il reato di tortura nell’ordinamento giuridico nazionale», dichiarandone l’inutilità.   Abbiamo più volte esposto come l’Italia abbia ratificato la Convenzione europea dei diritti dell’Uomo del 1955 e un’analoga e più specifica convenzione relativa al reato di tortura firmata all’ONU nel 1984 (e ratificata nell’88) ma, come ACAT denuncia da sempre, l’Italia non ha mai introdotto nel suo codice penale il reato di tortura. ACAT, come tante altre Associazioni, ha fatto petizioni, lettere e pressioni di vario tipo per l’approvazione di questo reato nel codice penale italiano. Speriamo che questa notizia giudiziaria serva almeno a smuovere l’aspetto legislativo.

 

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