Giugno 2015: Messico- Arabia Saudita

Messico: arresti arbitrari, torture e minacce
Il 7 giugno 2015 si sono tenute le elezioni municipali in Messico.

A Ocosingo (Chiapas) dopo che un’ urna è stata bruciata, 200 poliziotti municipali hanno aggredito indiscriminatamente le persone più vicine: membri di un sindacato di insegnanti e passanti: undici persone fra le quali due indigeni tzeltales e un minore sono stati arbitrariamente arrestati, minacciati, picchiati e trattenuti in luoghi secreti .

L’operazione di polizia è iniziata alle 9,30 del mattino, successivamente queste persone sono state trasferite al commissariato della città ed hanno subito nuove violenze e minacce; da qui sono stati trasferiti in un luogo sconosciuto sotto la sorveglianza delle guardie federali con gli occhi bendati e in posizione accovacciata. Verso le 14,30 sono stati condotti al pubblico ministero di Palenque e sono stati costretti sotto minaccia a fare una deposizione senza l’assistenza di un avvocato, quindi a firmare fogli in bianco. Verso mezzanotte sono stati portati al commissariato di Palenque dove finalmente per la prima volta hanno avuto del cibo e delle cure. Il giorno dopo 4 di essi sono stati rilasciati,gli altri 7 sono stati trattenuti nella prigione di Playas de Catazaja dove sono stati minacciati dalle guardie se avessero sporto lamentele. Tutti gli altri sono stati liberati, entro i 5 giorni successivi nessuna inchiesta è stata aperta su queste violazioni dei dritti umani.

Le violazioni dei diritti dell’uomo sono aumentate dal 2006 quando è stata dichiarata guerra al crimine organizzato, la popolazione civile ha pagato un pesante tributo a questa strategia militare, mentre le violenze delle bande criminali non accennano a diminuire: nel dicembre 2012 il bilancio era di almeno 60.000 morti, 26.000 sparizioni, 250.000 trasferimenti interni e migliaia di persone detenute arbitrariamente e torturate.

Le persone che partecipano a delle manifestazioni o che si trovano più semplicemente nei pressi sono spesso vittime dell’uso indiscriminato della forza, corrono rischio di incarceramento arbitrario e  tortura. Il nuovo Presidente Enrique Peña Nieto non è riuscito efficacemente a interrompere questa politica di violenze: le violazioni massicce dei Diritti Umani continuano e non si vedono misure reali per punire e cambiare radicalmente i comportamenti repressivi delle forze di polizia.
Da diversi anni l’ACAT si è occupata delle violazioni dei diritti umani in Messico e la nostra azione ha trovato riscontro nella rappresentanza diplomatica del Messico in Italia.  

ARABIA SAUDITA:  1.000 frustate per un Blog su D.U.
Raif Badawi è il fondatore di “Free Saudi Liberals”, forum online ideato per discutere del ruolo della religione in Arabia Saudita. Dalla creazione di questo forum, Raif è preso di mira dalle autorità saudite.
Nel 2008 viene arrestato con l’accusa di apostasia, perché avrebbe  insultato l’Islam non solo con il suo Blog, ma anche pubblicando post su Twitter e Facebook, reato per il quale si rischia anche la pena di morte; nel 2009 vengono congelati i suoi conti bancari; il 17-6-2012, un nuovo arresto, con la stessa accusa.

Il 29 luglio 2013, il tribunale penale di Gedda condanna Raif Badawi a sette anni di carcere e 600 frustate e, dopo la presentazione dell’appello da parte dell’avvocato di Raif, la corte d’appello ordina un nuovo processo: il 7 maggio 2014 la corte penale di Gedda condanna Raif a 10 anni di prigione, 1000 frustate e una multa di 1.000.000 di rial sauditi (circa 196.000 euro). La condanna viene confermata dalla corte d’appello di Gedda, con la precisazione che Raif Badawi non riceverà più di 50 frustate per sessione, con una pausa di non inferiore a una settimana tra le sessioni. Dal 17 giugno 2012, Raif Badawi è detenuto nel carcere di Briman, a Gedda. Ovviamente il suo forum viene chiuso d’autorità.

Il 9 gennaio 2015, Raif Badawi viene frustato pubblicamene dopo la preghiera del venerdì di fronte alla moschea di al-Jafali a Gedda.  La punizione sarà pendente fino a quando non saranno inflitte le restanti 950 previste dalla condanna. Al momento le fustigazioni sono sospese. La sessione fissata per il 12 giugno è stata annullata ma, come avvenuto in precedenza, non sono state comunicate le motivazioni della sospensione.
Dopo la prima esecuzione Raif fu ricoverato in ospedale. Una commissione medica composta da otto dottori concluse che non fosse possibile procedere ad altre sessioni di frustate per motivi di salute. Ma da gennaio Raif Badawi non è più esaminato dal medico del carcere: i motivi del mancato check-up medico di routine e del rinvio delle frustate non sono chiari, la fustigazione quindi potrebbe essere ripresa in qualsiasi momento. Soprattutto dopo la conferma in via definitiva della condanna (il 7 giugno scorso). Per questo Amnesty International Italia ha rilanciato la mobilitazione con lo slogan “Ogni frustata a Raif Badawi è una frustata a ognuno di noi”, appello firmabile on line su Amnesty

Quello di Raif Badawi non è un caso isolato. Le autorità non tollerano il dissenso e attuano azioni repressive nei confronti di chi le critica.  

AVVISI
Il 26 giugno ricorre la Giornata mondiale per le vittime dalla Tortura.
Uniamoci a tutte le ACAT del mondo nella preghiera! Partecipiamo alla “Notte delle veglie”, pregando da soli o in gruppi la notte del 26.
Vedere modalità e info sul nostro sito: www.acatitalia.it