Maggio 2016: Bangladesh-Palestina
Bangladesh: Detenzione arbitraria, molestie giudiziarie e tortura
Mr. Mahmudur Rahman, direttore responsabile del giornale Amar Desh, è in prigione dal 2013 con varie accuse politicamente fabbricate, per il suo lavoro di giornalista. Secondo le informazioni ricevute, il 4 maggio 2016, Mahmudur Rahman è stato portato al tribunale di Dhaka, dopo aver trascorso cinque giorni in custodia cautelare presso la polizia, durante i quali gli sono state negate tutte le visite. Al tribunale, Mr. Rahman è apparso molto provato e ha detto che sotto custodia cautelare egli era stato interrogato per lunghi periodi a tarda notte ed era stato privato del sonno. Tuttavia, il magistrato ha concesso altri 5 giorni di fermo, senza esaminare la sua condizione medica.
Mr. Mahmudur Rahman, direttore responsabile del giornale Amar Desh, è in prigione dal 2013 con varie accuse politicamente fabbricate, per il suo lavoro di giornalista. Secondo le informazioni ricevute, il 4 maggio 2016, Mahmudur Rahman è stato portato al tribunale di Dhaka, dopo aver trascorso cinque giorni in custodia cautelare presso la polizia, durante i quali gli sono state negate tutte le visite. Al tribunale, Mr. Rahman è apparso molto provato e ha detto che sotto custodia cautelare egli era stato interrogato per lunghi periodi a tarda notte ed era stato privato del sonno. Tuttavia, il magistrato ha concesso altri 5 giorni di fermo, senza esaminare la sua condizione medica.
Mr. Rahman è in stato d’arresto dall’11 aprile 2013 accusato di sedizione e pubblicazione illegale di una conversazione via Skype tra il giudice del Tribunale di crimini Internationali e un suo consulente, nel dicembre 2012; al momento del suo arresto giornalisti e tipografi sono stati picchiati e cacciati, il giornale è chiuso da quella data. Prima del suo arresto nel 2013, Mr. Rahman era già stato il bersaglio di molestie giudiziarie per casi di diffamazione e sedizione a lui imputati da parte delle autorità del Bangladesh, in particolare per la pubblicazione di una relazione sulle pratiche di presunta corruzione del primo ministro e dei suoi familiari.
Mr. Rahman ha trascorso più di tre anni in detenzione arbitraria collegata a 73 casi penali, che sembrano tutti artefatti. Infatti, a Rahman è stato ripetutamente concessa dal tribunale la libertà su cauzione, ma ogni volta la polizia ne ha impedito la liberazione con nuove imputazioni di reato. La prolungata custodia di polizia è illegale secondo il codice di procedura penale e la Costituzione del Bangladesh. Dal 11 al 24 aprile 2013 Mr. Rahman è stato sottoposto a tortura mentre era in custodia della polizia, come anche mentre era detenuto arbitrariamente da giugno 2010 a marzo 2011, torture che hanno provocato lesioni al volto e alle spalle che ancora lo affliggono. Secondo informazioni di polizia, Mr. Rahman potrebbe essere sottoposto a ulteriori atti di tortura e maltrattamenti qualora non confessasse le ultime accuse mosse contro di lui. Il 13 agosto 2015, Mr. Mahmudur Rahman è stato condannato a tre anni di prigione da una Corte di Dhaka, per accuse fiscali del 2010 mosse dalla Commissione anticorruzione del Bangladesh. Inoltre, membri della sua famiglia – tra cui sua moglie e sua madre – sono stati minacciati e perseguitati dal governo.
Palestina: Minore Palestinese di 17 anni, in detenzione amministrativa abusiva da 2 mesi.
Mohammad Amarneh, un minore palestinese di 17 anni, è attualmente detenuto arbitrariamente in una prigione israeliana da due mesi, accusato di una pubblicazione su Facebook. La notte del 2 marzo Mohammad Amarneh e la sua famiglia sono stati brutalmente svegliati da soldati israeliani che hanno fatto irruzione nella loro casa sfondando la porta per arrestare il ragazzo. Lo hanno condotto al centro degli interrogatori di Salem dove è stato interrogato per 96 ore senza poter avere contatti con la famiglia o un avvocato. Lo hanno accusato di aver pubblicato sul suo profilo Facebook un messaggio di incitazione ad attaccare le forze di sicurezza israeliane, egli ha negato di avere un profilo Facebook.
I giudici del tribunale militare di Salem hanno constatato la mancanza di prove e hanno dato agli agenti 72 ore per procurare ulteriori elementi per l’incriminazione senza i quali il ragazzo sarebbe stato liberato. Il 14 marzo, in mancanza di prove sufficienti per l’incriminazione, il comando militare ha disposto per Mohammad la detenzione amministrativa senza accusa sulla base di “prove” definite segrete a cui non hanno potuto avere accesso né l’accusato né il suo avvocato. Due giorni dopo, il giudice militare ha confermato l’ordine di detenzione amministrativa dichiarando che le prove segrete presentate dal procuratore permettevano di stabilire che il ragazzo costituiva una minaccia per la sicurezza dello stato. Non potendo avere accesso a queste prove non è stato possibile contestare la detenzione amministrativa.
Come è noto la detenzione amministrativa di tre mesi può essere rinnovata a tempo indeterminato. Ma anche se egli venisse liberato dopo tre mesi dovrebbe ripetere l’anno di liceo e non potrebbe entrare l’anno dopo all’università come aveva previsto. Al momento circa 400 palestinesi sono in detenzione amministrativa di cui dall’ottobre 2015 sono almeno dieci i minorenni: quattro di loro risiedevano a Gerusalemme est, arrestati in base alla “Emergency Power Detention Law” che si applica appunto ai residenti di Gerusalemme est, e sei provengono dalla Cisgiordania, posti in detenzione sulla base dell’ordine militare 1591.