Marzo 2017: Togo
TOGO – No alla vendetta popolare e ai linciaggi
Spesso i presunti delinquenti, sulla base di semplici sospetti, vengono bruciati vivi dopo essere stati picchiati da una folla imbestialita. Il Togo, paese situato fra il Benin e il Ghana e indipendente dal 1960, è stato da allora governato in maniera dittatoriale dal generale Gnassingbé Eyadéma. Alla sua morte nel 2005, ha preso il potere, con l’aiuto dell’esercito, suo figlio Faure Gnassingbé. Sulla carta il Togo è una democrazia con diversi partiti e la separazione dei poteri, ma in realtà sono ormai 50 anni che il paese è governato in modo autoritario e le prime elezioni relativamente libere si sono tenute nel 2007 senza peraltro modificare i rapporti di potere. Solo l’élite vicina al presidente Faure Gnassingbé gode di una crescita economica, la corruzione è endemica e il Togo è classificato al 116 posto su 168 nell’indice di percezione della corruzione di Trasparency International.
Più della metà della popolazione è in stato di estrema povertà anche se il tasso di povertà è sceso dal 59% al 55% fra il 2011 e il 2015. In particolare sono le zone rurali quelle maggiormente colpite, un terzo della popolazione è senza acqua potabile e il 90% non ha adeguate risorse sanitarie. Nel 2009 il Togo ha abolito la pena di morte e si può escludere una sua reintroduzione nella legislazione dato che nel 2016 ha aderito al Secondo protocollo facoltativo collegato al Patto Internazionale relativo ai diritti civili e politici e ha anche ratificato la Convenzione contro la tortura, le pene e i trattamenti crudeli inumani e degradanti. Pur avendo il Togo aderito agli accordi internazionali in materia di diritti umani, questi sono regolarmente ignorati nel paese: la libertà di opinione e di associazione è calpestata, le manifestazioni di protesta pacifica sono brutalmente represse senza risparmiare donne e bambini, spesso si verificano sparizioni inspiegate e i responsabili non sono perseguiti.
Malgrado le raccomandazioni accettate dal Togo al momento del primo Esame periodico universale (EPU) il sistema giudiziario non è migliorato, le ONG hanno sottolineato l’insufficiente numero di magistrati e la mancanza di una formazione adeguata dei diversi operatori della giustizia. La debolezza sistema giudiziario la mancanza di volontà politica per renderlo più efficiente determinano una situazione di insicurezza giuridica che ha reso possibile il fenomeno della così detta “vendetta popolare” ovvero dei linciaggi divenuto ormai in Togo endemico. Nelle zone urbane i linciaggi si verificano a seguito di furti o per incidenti stradali, ma sono più frequenti nelle zone rurali dove, in genere, colpiscono persone sospettate di magia nera o stregoneria. Secondo Bruno Haden segretario dell’ fenomeno è causato da ignoranza dei procedimenti legali e dalla mancanza di misure adeguate per perseguire le accuse di magia nera e stregoneria.
Spesso i presunti delinquenti, sulla base di semplici sospetti o dicerie o malintesi, vengono bruciati vivi dopo essere stati picchiati da una folla invasata. A seguito di diversi episodi, il Ministero della sicurezza e della protezione civile e il Ministero della Giustizia hanno chiesto alla popolazione di affidarsi alla legge e alle forze di sicurezza e farsi giustizia da soli. Tuttavia, gli sforzi delle autorità sono insufficienti anche perché i linciaggi non hanno una definizione nella legislazione togolese e quindi, non rientrando in un quadro giuridico, non sono neppure perseguibili penalmente. Condividendo le preoccupazioni dell’ACAT Togo e della FI sulla piaga della “vendetta popolare” la rete delle ACAT inoltrare una petizione al presidente della repubblica del Togo per stimolare una azione concreta volta a reprimere questo terribile fenomeno a fornire informazioni sulla sua repressione e contrastare la crescente violenza nel paese con le misure di uno stato di diritto.
L’ACAT Italia ha aderito a questa azione pertanto le firme raccolte vanno rinviate alla sede di ACAT Italia Via della Traspontina 15 00193 Roma entro la fine di aprile 2017 per poterle riunire a quelle delle altre ACAT
Vai alla petizione per scaricare il modulo per la raccolta firme oppure firmare online