Acat Italia: “Reato di tortura. ONU ed Europa lo chiedono con forza, che farà L’Italia?”

“L’unico vero risarcimento per le vittime di Bolzaneto  è l’introduzione reale e immediata  del reato di tortura nel nostro codice penale”.  Così il presidente di Acat Italia ( Azione dei cristiani per l’abolizione della tortura), Massimo Corti, all’indomani della notizia del patteggiamento da parte del Governo con sei delle vittime che avevano fato ricorso alla Corte europea di Strasburgo. “Il nostro paese ha preso degli impegni specifici arrivando al patteggiamento, impegni, che ci auguriamo, non rimangano lettera morta come già successo in passato.”
 
“Dobbiamo infine ricordare, continua Corti, che di recente l’Italia è stata sottoposta all’analisi periodica da parte del Comitato per i diritti umani dell’ONU, Acat Italia insieme a Fiacat, anche in quella sede ha espresso le sue preoccupazioni e ha presentato il proprio rapporto alternativo evidenziando le troppe criticità in materia di rispetto dei diritti umani nel nostro paese. Osservazioni accolte e fatte proprie dal Comitato che si è ampiamente espresso nella sua relazione finale.
 
“ In particolare – sottolinea il comunicato congiunto diramato da Acat Italia e Fiacat- esso ha invitato il Governo italiano a introdurre il reato di tortura nel suo codice penale, senza ulteriori ritardi.
Inoltre, pur riconoscendo i grandi sforzi compiuti da parte dello Stato per ospitare un numero eccezionale di migranti e richiedenti asilo, il Comitato si è detto preoccupato della persistenza del  reato di ingresso e soggiorno illegale, la pratica delle espulsioni collettive, il rispetto del principio di non respingimento e la condizione dei centri di accoglienza.
 
Inoltre, il Comitato ha denunciato l’uso eccessivo della forza e i maltrattamenti da parte delle forze dell’ordine e ha raccomandato al Governo di adottare tutte le misure necessarie per impedire tali atti, tra cui l’introduzione di un codice di condotta che preveda l’uso di elementi identificativi per gli agenti.
Infine, gli esperti hanno criticato il sovraffollamento delle carceri italiane e le condizioni generali registrate nei luoghi in cui, difatti, è prevista la privazione della libertà.”