Appello al Governo: siano tutelati i diritti umani
In seguito alla svolta politica che ha investito il nostro Paese non possiamo far altro che rivolgere un accorato appello al nuovo Governo, appena formatosi: i diritti umani tornino ad essere al centro dell’agenda politica italiana al fine di ridare piena dignità all’essere umano.
In questi ultimi anni abbiamo purtroppo assistito ad una pericolosa regressione in termini di tutela di quelli che sono i diritti fondamentali, a danno della categorie più deboli. Pensiamo ai migranti in prima battuta, additati come il pericolo da combattere per salvaguardare la stabilità del paese, ma anche alla popolazione carceraria punita doppiamente da una riforma mozza e poco coraggiosa, pensiamo alla lotta intrapresa contro le ONG accusate, ingiustamente, di essere complici dei trafficanti di esseri umani, ai due decreti sicurezza con le numerose restrizioni in termini di libertà in essi contenute, ma anche alla legge sulla legittima difesa.
Alla luce di quanto detto ACAT Italia chiede al nuovo Governo di:
-rivedere e modificare i due decreti sicurezza tenendo conto dei rilievi avanzati dal Presidente Mattarella e dagli organismi internazionali, tra cui l’alto Commissariato per i diritti umani dell’Onu, nonché delle normative e trattati internazionali che l’Italia ha sottoscritto;
– tenendo conto anche delle pesanti rivelazioni contenute in un recente rapporto stilato dall’ONU, di rivedere il Memorandum di intesa per il controllo dei flussi migratori tra Italia e Libia;
– mettere fine ai discorsi carichi di odio e intolleranza, a partire dai rappresentanti delle Istituzioni;
– promuovere anche in sede europea canali di ingresso legali e sicuri per i migranti e investire su politiche volte all’inclusione e alla coesione sociale;
– riaprire il capitolo sulla riforma carceraria ripartendo dal lavoro svolto nell’ambito degli Stati generali per l’esecuzione penale, dalle raccomandazioni mosse all’Italia da parte della Commissione diritti umani dell’ONU e alla luce delle condanne comminate al nostro Paese dalla Corte di Strasburgo.
Una delle chiamate urgenti di questo mese è dedicata all’appello in questione. Quì il testo della lettera-appello da inviare al Presidente Conte