Camerun. Carceri sovraffollate e rischio contagio

Di fronte alla situazione legata al coronavirus, il Presidente della Repubblica del Camerun ha promulgato un decreto che prevede la commutazione delle pene di morte e la remissione delle pene. L’efficacia di questa misura è giudicata troppo ridotta. Alcune ACAT e la FIACAT richiedono misure più ampie.

Decreto presidenziale
Il decreto presidenziale n. 2020/193 del 15 aprile 2020 che stabilisce la commutazione e il condono delle pene accorda la grazia presidenziale a determinate persone detenute, al fine di evitare una potenziale catastrofe nelle carceri sovraffollate in cui il rischio di diffusione del Covid-19 è elevato. Queste misure adottate per decongestionare le prigioni camerunesi sono da accogliere con favore. Tuttavia, da un’analisi approfondita del decreto risulta che esse sono ampiamente insufficienti per far fronte a questa crisi sanitaria e al sovraffollamento carcerario in Camerun.

Carceri sovraffollate
In Camerun, le prigioni hanno 17.915 posti disponibili. Tuttavia, nel 2017 si contavano 30.701 prigionieri, il che rappresenta un tasso di sovrappopolazione di oltre il 171%. Questa situazione è particolarmente allarmante, poiché l’attuale epidemia esige un minimo di «distanziamento sociale».

Più del 70% delle persone private della libertà in tutto il territorio del Camerun sono in detenzione preventiva. Ora, l’art. 1 del decreto presidenziale riguarda esclusivamente le persone che hanno avuto una condanna definitiva, escludendo così gli imputati in attesa di giudizio. Inoltre, più del 60% della popolazione carceraria è detenuto per motivi che non permettono di beneficiare né della commutazione, né della remissione della pena, secondo l’articolo 4 del decreto. Più del 50% delle persone condannate definitivamente rimarranno in prigione.

Pochi detenuti che beneficiano del decreto
Ad esempio, al 20 aprile 2020 il carcere centrale di Douala aveva 3.473 detenuti. 2.385 erano in custodia preventiva, ossia il 69% dei detenuti che non potranno beneficiare del decreto. Tra le 770 persone condannate in via definitiva e quindi interessate da queste misure, 608 detenuti sono stati liberati, il che rappresenta solo il 17,5% dei detenuti totali in questa prigione. E nella prigione centrale di Yaoundé, le cifre sono ancora più eloquenti poiché solo 361 dei 4.000 detenuti sono stati liberati, ossia solo il 9% della popolazione carceraria.
Inoltre, tra le persone condannate a morte, più di un terzo delle persone incriminate dal 2015 lo sono per reati legati al terrorismo, reati esclusi dalle misure adottate dal decreto.

Interventi della FIACAT e delle ACAT
A causa della crisi del Coronavirus, la FIACAT e la ACAT-Camerun hanno emesso un comunicato stampa il 23 aprile scorso, chiedendo alle autorità camerunesi di permettere a più persone detenute di beneficiare della grazia presidenziale, di procedere alla libertà provvisoria di taluni imputati e di cessare il ricorso sistematico alla detenzione preventiva. Da parte loro, l’ACAT-Svizzera e EMINED, la sua associazione partner in Camerun, insieme all’ACAT-Camerun, lanciano un appello urgente che completa l’appello iniziale della FIACAT, appello al quale anche l’ACAT Italia si associa. Nella lettera da inviare al presidente del Camerun (la copia per l’Ambasciata è in italiano), ci rallegriamo per l’iniziativa del presidente, ma la giudichiamo insufficiente. Al fine di ridurre il rischio di diffusione del coronavirus, di proteggere la vita e la salute dei prigionieri e del personale carcerario, e di decongestionare a più lungo termine le prigioni del Camerun, chiediamo al presidente del paese di liberare:

  • tutti i detenuti che hanno già scontato almeno la metà della pena (tranne quelli che hanno commesso i crimini più gravi);
  • tutti i detenuti in custodia cautelare – tra cui i minori – accusati di reati più lievi e che hanno già superato la metà della durata della pena prevista senza essere stati processati.

Fonti: ACAT-Camerun / EMINED, Camerun / FIACAT/ Decreto nº 2020/193 del 15 aprile 2020 del presidente del Camerun

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La lettera in francese per il Presidente del Camerun
La lettera in italiano per l’ambasciata