Pena di morte. Appello per un moratoria universale durante la pandemia
“Mentre il mondo intero sta cercando di salvare vite umane dal COVID-19, qualsiasi esecuzione da parte di uno stato non può che risultare contraddittoria e perversa”, ha dichiarato Kevin Miguel Rivera Medina, presidente della Coalizione mondiale contro la pena di morte.
In una dichiarazione rilasciata oggi, la FIACAT e la Coalizione mondiale contro la pena di morte fanno appello a tutti i paesi che ancora applicano la pena capitale, affinché si arrivi ad una moratoria sulle condanne a morte e le esecuzioni giacché risulta impossibile svolgere processi equi e avere un’equa rappresentanza legale durante la pandemia.
“Mentre alcuni paesi emettono le condanne tramite videoconferenza, come la Nigeria o Singapore, in altri le restrizioni hanno gravemente ostacolato i diritti di coloro che attendono l’esecuzione perché i tribunali procedono a rilento e gli studi legali sono chiusi. Sono quindi in pericolo i ricorsi di persone la cui vita è in gioco. “
“La crisi sanitaria mondiale che stiamo vivendo ci dimostra all’inverosimile quali effetti profondamente ingiusti possono avere, su persone già indebolite dalla sentenza che subiscono, l’assenza di visite nei bracci della morte o un sistema in cui giudici e avvocati non possono lavorare normalmente. ” Per contro, i paesi che hanno avuto il coraggio, in questo periodo, di compiere un passo, piccolo o grande, verso l’abolizione, mettono in luce il fatto che viviamo tutti meglio in un mondo senza questa pena arcaica, crudele e disumana. Il Camerun, il Kenya, il Marocco e lo Zimbabwe, ad esempio, hanno concesso riduzioni di pena e commutazioni riguardanti, tra l’altro, le persone condannate a morte.
Il prossimo 10 ottobre, la società civile si mobiliterà per celebrare la 18a Giornata mondiale contro la pena di morte che metterà in evidenza il diritto delle persone che rischiano una sentenza di morte ad essere rappresentate in giudizio. A tale riguardo, è essenziale il ruolo degli avvocati nella protezione delle persone sottoposte alla pena capitale, anche se questa protezione è oggi incrinata dalla crisi sanitaria poiché gli avvocati possono meno facilmente assistere i loro clienti e sono peraltro indeboliti economicamente.