Pena di morte e moratoria universale
Intorno a metà dicembre si terrà la sessione plenaria della terza commissione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, che sarà chiamata a votare su una risoluzione per la moratoria universale per la pena di morte. Sebbene le premesse facciano ben sperare è tuttavia necessario che la società civile tenga alta l’attenzione e continui a fare pressione affinchè, anche gli Stati reticenti cambino idea. Per questo, ECPM ( Ensemble contre la peine de mort) sta andando avanti con la sua campagna di sensibilizzazione e ha diramato l’appello che riportiamo di seguito.
Il 17 novembre 2020 la terza commissione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, che lavora specificamente sulle questioni relative ai diritti umani, ha votato a grandissima maggioranza a favore della risoluzione dal titolo “Moratoria sull’applicazione della pena di morte “.
La risoluzione è stata adottata da 120 Stati, 39 hanno votato contro, 24 si sono astenuti e 10 non hanno preso parte alla votazione. Questi risultati confermano la tendenza globale a favore dell’abolizione della pena di morte.
La posta in gioco nel voto sulla risoluzione resta particolarmente importante in attesa della sessione plenaria che si terrà a metà dicembre. Nel 2018, 13 paesi hanno modificato il loro voto, sia positivamente che negativamente. Nel contesto attuale, il lavoro di mobilitazione attorno al voto su questa risoluzione resta quindi decisivo.
In questo particolare anno, segnato dalla pandemia Covid19, 10 paesi non hanno potuto partecipare al voto (Bangladesh, Burundi, Burkina, RCA, Gabon, Palau, Senegal, Seychelles, Somalia, Vanuatu), sebbene ci siano state solo 5 assenze dalla sessione plenaria rispetto al 2018. Tra questi, 7 paesi sono abolizionisti (Burkina Faso, Burundi, Gabon, Palau, Senegal, Seychelles, Vanuatu) e 6 hanno votato a favore della risoluzione nel 2018 (Burkina Faso , RCA, Gabon, Palau, Somalia, Vanuatu).
Sono stati osservati progressi positivi nella maggior parte del mondo. Per la prima volta Gibuti, Corea del Sud e Libano hanno votato a favore della risoluzione. 8 paesi sono passati dall’astensione (Repubblica del Congo, RDC, Corea del Sud, Gibuti, Guinea, Libano, Filippine) o assenza (Sierra Leone) al voto favorevole. 2 paesi sono passati da un voto negativo a un voto favorevole (Nauru) o un’astensione (Zimbabwe).
A parte i paesi che non hanno votato, 8 paesi hanno cambiato il loro voto negativamente. 6 Paesi sono passati da un voto favorevole (Dominica e Libia) o da un’astensione (Antigua e Barbuda, Uganda, Sud Sudan e Tonga) a un voto negativo. 2 paesi si sono astenuti dopo aver votato a favore durante la plenaria del 2018 (Isole Salomone, Niger).
Per tutti i dettagli e i dati vai al sito di ECPM