Le donne e la pena di morte, una realtà invisibile
Celebrata ogni 10 ottobre, la Giornata mondiale contro la pena di morte* riunisce il movimento abolizionista globale e mobilita la società civile, i leader politici, gli avvocati, l’opinione pubblica per sostenere la richiesta di abolizione universale della pena capitale. La giornata incoraggia e consolida la consapevolezza politica e generale del movimento mondiale contro la pena di morte.
Il 10 ottobre 2021, la Giornata mondiale sarà dedicata alle donne che rischiano di essere condannate a morte, che hanno già ricevuto una condanna a morte, che sono state giustiziate e a coloro a cui la pena è stata commutata, che sono state scagionate o graziate.
Un’ampia discriminazione basata sul genere, spesso associata ad altri elementi identitari, come l’età, l’orientamento sessuale, la disabilità e la razza, espongono le donne a molteplici forme di disuguaglianza. Tali pregiudizi possono pesare enormemente sulla condanna, soprattutto quando le donne vengono etichettate come “madre malvagia”, “strega” o “femme fatale”. E sempre per un fattore discriminante spesso, le circostanze attenuanti ( come l’essere soggetti a violenze e abusi di genere ) non vengono prese in considerazione in seno al fermo e al successivo e il processo.
Mentre si lavora per la completa abolizione della pena di morte in tutto il mondo per chiunque e per qualsiasi tipo di crimine, è fondamentale lanciare l’allarme sulla discriminazione che le donne subiscono e su quanto questa possa incidere sull’eventuale condanna a morte.
*A questo tema è interamente dedicato il nuovo numero del Corriere di ACAT