LUGLIO 2015: GAMBIA-ANGOLA

GAMBIA- Detenuto adolescente corre grave rischio di tortura
Yusupha Lowe, 16 anni,è sparito dopo essere stato imprigionato dai servizi di informazione. Suo padre, Bai Lowe,sarebbe stato implicato nel tentativo di colpo di stato del 30 dicembre 2014 durante il quale il palazzo presidenziale era stato attaccato da uomini armati. Il 10 gennaio 2015 Bai Lowe abbandona il paese. Nel pomeriggio il figlio viene arrestato insieme ad altri due familiari da agenti in borghese senza alcun mandato nella residenza paterna.

Trasferito nella sede dell’Agenzia nazionale di informazione (NIA) a Banjul, è tenuto segregato per parecchi mesi, senza che gli venga notificata alcuna imputazione, senza avere la possibilità di visite dei familiari e senza assistenza legale.
 

Attualmente, Yusupha Lowe non si trova più nella sede della NIA, il governo rifiuta di ammettere la sua detenzione e non ha fornito alcuna informazione sul luogo dove potrebbe trovarsi. Ufficialmente risulta sparito. Gambia, paese dove alligna la tortura Dopo il colpo di stato del luglio 1994, il Presidente Yahia Jammeh e il suo partito dominano incontrastati, instaurando un clima di terrore e di oppressione nei confronti di tutti coloro che potrebbero rappresentare una minaccia. L’uso della tortura è pratica corrente. Qualsiasi cittadino può essere tacciato di tramare contro il potere costituito e subirne le conseguenze.

Il personale penitenziario, le forze di sicurezza e i servizi di informazione rappresentano tutti dei potenziali torturatori. Si tortura per ottenere informazioni su eventuali oppositori del regime, per punirli e per estorcere confessioni su eventuali colpi di stato, confessioni che poi saranno utilizzate dai giudici civili e militari al momento del processo. In seguito al tentativo di colpo di Stato del 30 dicembre 2014, decine di persone, amici e parenti dei presunti colpevoli, sono state arrestate arbitrariamente lo scorso gennaio e sono ancora detenute in luoghi segreti. Tra di loro, oltre a Yusupha Lowe, ci sono anche donne e anziani.

La petizione può essere firmata ON-LINE sul sito:

https://www.change.org/p/the-gambian-government-free-yusupha-lowe
 

ANGOLA: violenza e torture per tutte le opposizioni

Il 20 giugno 2015 14 giovani, Luaty da Silva Beirao, Nuno Alvares Dala, Manuel Nito Alves, Nelson Dibango, Alfonso Matias (alias Mbanza Hanza), Sedrick de Carvalho, Nicolas o Radical. Hitler Samussuko, Arantes Kivuvu, Valdemiro, Albano Bingo, Sheik Hata, Inocencio Drux, Osvaldo Caholo, esponenti di Central Angola 731 o del Movimento Revolucionario Angolano, movimenti di giovani che propopongono l’alternanza democratica, sono stati arrestati mentre partecipavano a un atelier di riflessione sul libro di Gene Sharp “Dalla dittatura alla democrazia, quadro concettuale per una liberazione” che descrive i mezzi di resistenza non violenta per resistere ai regimi repressivi.

I giovani, al momento dell’arresto,discutevano sulle strategie pacifiche di protesta contro il regime del Presidente Eduardo dos Santos al potere dal 1979.Gli arresti sono stai effettuati senza mandato e seguiti da perquisizioni e confisca di materiale nelle abitazioni degli attivisti. Il giorno successivo, M. Domingo da Cruz, professore universitario e giornalista, è stato arrestato nella città di Santa Clara. Il giorno prima aveva discusso con gli stessi giovani del suo libro “Uniti per distruggere una dittatura e impedirne un’altra” nel quale spiega il principio della disobbedienza civile.

Il 24 giugno, il generale Joao Maria de Susa, procuratore della Repubblica, ha confermato la detenzione dei quindici arrestati accusandoli di disobbedienza civile e tentativo di destituire il Presidente della Repubblica, “atti di ribellione che costituiscono dei crimini contro la sicurezza dello Stato”. In Angola vige un regime autocratico dal 1979. Dalla fine della guerra civile nel 1992, L’Angola gode di una crescita economica impressionante e di un peso politico e militare sui vicini confinanti del Congo RD e del Congo Brazzaville che ne fanno una potenza geostrategica maggiore nella regione. Sul piano interno, tuttavia,il regime ha fatto poco o nulla per migliorare la situazione dei diritti dell’uomo, della democrazia e del governo del paese.

Il presidente Josè Eduardo dos Santos è al potere dal 1979, la sua famiglia, il suo clan e i suoi generali hanno ammassato una fortuna enorme dopo 30 anni di mani basse sul paese. I movimenti di opposizione politica fanno proseliti soprattutto tra i giovani,che manifestano contro il potere e la corruzione, sono bersaglio di una repressione senza sosta. Dal marzo 2011, parecchie manifestazioni pacifiche organizzate a Luanda sono state represse con un uso eccessivo della forza dalla polizia e da agenti in borghese: manifestanti o giovani che avevano soltanto osservato le manifestazioni sono stati intimiditi, prelevati, malmenati e torturati da uomini armati in abiti civili appartenenti ai servizi di sicurezza. La polizia è autorizzata a usare la forza, in caso di resistenza, di fuga o di tentativo di fuga.