Reintroduzione della tortura? Minaccia di regressione per gli Stati Uniti d’America
Di seguito il comunicato stampa diramato da FIACAT e rilanciato da tutta la rete delle ACAT, attraverso il quale si vuole esprimere una ferma condanna per le parole del nuovo presidente USA a favore della tortura.
Washington – Parigi, 3 Febbraio 2017 – FIACAT e la sua rete si mobilitano per denunciare le affermazioni del nuovo presidente degli Stati Uniti a favore della tortura.
“… Se nulla può proteggere una nazione da se stessa, né le sue tradizioni, né la sua lealtà, né le sue leggi, e se 15 anni sono sufficienti per trasformare le vittime in carnefici, il suo comportamento non sarà altro che una questione di opportunità e di occasione. Chiunque, in qualsiasi momento, potrà ugualmente ritrovarsi vittima o carnefice. “
Jean-Paul Sartre, “Une victoire”, postfazione a “La domanda” di Henri Alleg, Losanna, La Cité 1958
Nella sua prima intervista da presidente degli Stati Uniti d’America il 25 gennaio 2017 sul canale televisivo ABC, Donald Trump ha ribadito la sua posizione a favore del ricorso alla tortura, dicendo che, pratiche come la simulazione di annegamento hanno avuto efficacia: “la tortura, funziona. “
Queste affermazioni fanno eco alle dichiarazioni già rilasciate in campagna elettorale. Trump aveva sostenuto allora di essere pronto a reintrodurre tecniche come il waterboarding, o “anche peggiori”, se eletto.
L’utilizzo di tali tecniche, che l’esperienza ha dimostrato inefficaci, rappresenta una palese violazione dei vari impegni assunti da parte degli Stati Uniti sia a livello regionale che internazionale e in primo luogo della Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura, ratificata nel 1994.
Al di là dei suddetti impegni, il divieto di tortura poggia su uno “ius cogens”, le norme imperative del diritto internazionale. Nessuna deroga a queste norme è consentita e sono quindi vincolanti per tutti gli Stati, indipendentemente dal fatto che un trattato sia stato ratificato o meno.
Nonostante le parole di Mr Trump, sarà per fortuna difficile, come ha dichiarato il senatore repubblicano John McCain, che la tortura venga reintrodotta come pratica, negli Stati Uniti, a causa della chiara posizione della legge americana su questo tema. Da qui è possibile dunque evincere come la proposta del nuovo presidente incontrerà, molto probabilmente, una forte opposizione da parte del Senato e del Congresso americano. Sembrerebbe anche che non incontri l’approvazione del nuovo direttore della Cia, Mike Pompeo, il quale si era recentemente espresso contro l’uso della tortura.
Il relatore speciale delle Nazioni Unite contro la tortura, il sig Nils Melzer, ha già risposto a queste dichiarazioni, invitando il governo americano a rispettare le norme stabilite negli Stati Uniti. Tuttavia, l’opinione pubblica deve rimanere all’erta e mettere bene in chiaro che saprà combattere con le unghie e con i denti contro questa deriva.
FIACAT e le ACAT, i cui membri sono cristiani di tutti le confessioni, condannano la tortura come un attacco indifendibile alla dignità personale, che degrada in primis, la persona che vi fa ricorso. Esse ricordano la ferma condanna contro ogni forma di tortura espressa da Papa Francesco, il quale ha esortato i cristiani a combattere contro quello che ha definito un “peccato grave”. Vorrebbero inoltre richiamare l’attenzione sulla grande campagna condotta dai protestanti evangelici americani presso le autorità del loro paese per impedire un ritorno alla tortura, che considerano incompatibile con le convinzioni cristiane circa la sacralità della vita umana.
“Ogni volta che avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli è a me che l’avete fatto,” Matteo 25:40
FIACAT e la rete ACAT condannano con forza le parole del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump e chiedono al governo federale, militari e funzionari civili e ai rappresentanti eletti della popolazione americana di opporsi al ripristino della tortura.