Tortura: il nuovo rapporto del CPT sull’Italia
Il 7 Settembre il Comitato per la Prevenzione della Tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti (CPT) del Consiglio d’Europa ha pubblicato un rapporto sulla sua visita periodica in Italia (dall’8 al 21 aprile 2016), ove l’accento è posto principalmente sulle persone private della libertà.
Anche se la maggioranza dei detenuti incontrati dalla delegazione del CPT ha indicato di essere stata trattata correttamente dai pubblici ufficiali, in diversi casi recenti le persone fermate dalle forze dell’ordine “hanno subito maltrattamenti con un uso eccessivo della forza, senza che vi siano state sanzioni contro i colpevoli”: in particolare sono stati riportati casi di “schiaffi, pugni, calci e colpi con manganelli al momento del fermo e dopo il trasferimento” in questura o in caserma; denunce dei detenuti di maltrattamenti da parte del personale di sorveglianza sono state riportate in tutte le prigioni visitate (in particolare nelle carceri di Como e Sassari), con l’eccezione di quella di Ascoli Piceno.
Il CPT invita le autorità a dare alle forze dell’ordine “un chiaro messaggio sul fatto che qualunque forma di maltrattamento è inaccettabile e sarà perseguito con sanzioni adeguate”.
Inoltre, nella relazione sono criticate le condizioni dei detenuti sotto il cosiddetto regime del “41-bis” (il cosiddetto “carcere duro”).
Poi il Comitato ha esaminato la situazione negli stabilimenti psichiatrici, anche alla luce delle riforme in essere che comportano la chiusura definitiva degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (Opg).
Rilievi positivi da parte del CPT riguardano l’istituzione del “Garante nazionale dei Diritti delle persone detenute o private della libertà personale” e la riforma senza precedenti del sistema penitenziario intrapreso dalle autorità italiane, che ha generato la diminuzione della popolazione carceraria di 11.000 detenuti e l’aumento della capacità ricettiva di 2.500 posti tra il 2013 e il 2015. Resta comunque il problema che dall’inizio del 2016 la popolazione carceraria ha ripreso a crescere a seguito di un maggiore ricorso alla detenzione (soprattutto degli stranieri), così oggi abbiamo ancora un sovraffollamento, con il 16% dei detenuti che hanno a disposizione meno di 4 metri quadri a testa.
Infine, per quanto riguarda la nuova legge sulla tortura, il CPT critica il testo in quanto prevede che, perché sia “tortura”, le violenze debbano essere reiterate “con più condotte”. Inoltre, secondo la nuova legge il reato di tortura non è un reato proprio dei Pubblici Ufficiali ed è soggetto a prescrizione, contrariamente a quanto prescrive la Convenzione Onu del 1984. La legge così me è , “non affronta adeguatamente le questioni sollevate dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo” nelle sentenze sui fatti del G8 di Genova.