Il rapporto di ACAT Italia per UPR 2019

Quest’anno l’Italia è nuovamente sotto la lente di ingrandimento della Commissione diritti umani dell’ONU che, periodicamente, sottopone i suoi stati membri ad un vero e proprio esame per verificare quanto i diritti umani siano realmente rispettati. Questa procedura che prende il nome di revisione periodica universale (UPR), viene fatta a partire da vari elementi forniti: il rapporto nazionale che viene stilato dal paese sotto esame, i rapporti stilati dalla stessa ONU o da altri organismi internazionali facenti capo alle Nazioni Unite o da organi di controllo dei patti internazionali e infine i rapporti stilati da terze parti come associazioni o ONG.
ACAT Italia ha presentato, con l’aiuto e il supporto di FIACAT (come già avvenuto nel 2014) il suo rapporto alternativo evidenziando quelli che continuano ad essere i punti deboli del nostro paese. Infatti, nonostante nel 2014, l’Italia abbia accettato ben 176 delle 186 raccomandazioni formulate dagli Stati membri la strada da fare rimane ancora lunga. 
Il rapporto da noi presentato ai membri della commissione prende in esame alcuni settori in particolare: carcere, politiche su migrazione e diritto di asilo, legge sulla tortura e sua applicazione, apolidia, creazione di un ente nazionale per i diritti umani.
Per quanto concerne il carcere diverse sono le misure da attuare per migliorare la condizione detentiva su cui grava ancora una volta un elevato tasso di sovraffolamento. E’ necessario che si rimetta mano alla riforma del sistema penale  in particolare per quanto riguarda l’accesso a misure alternative alla detenzione, diritto all’affettività in carcere e percorsi di reinserimento. Così come occorre mettere fine alla vergogna dei bambini chiusi dietro le sbarre insieme alle loro madri.
La legge sulla tortura andrebbe riformata soprattutto per quanto concerne l’articolo 613-bis del codice penale che andrebbe adeguato all’articolo 1 della Convenzione internazionale contro la tortura. Come già in passato siamo inoltre tornati a chiedere che gli agenti delle forze dell’ordine in servizio siano dotati di un numero di identificazione visibile.
In merito alle politiche migratorie che negli ultimi anni sono state oggetto di attacchi feroci abbiamo chiesto che la legge n. 132/2018 venga modificata per rafforzare il sistema SPRAR, che venga ripristinata la protezione umanitaria e vengano posti dei limiti stringenti alla detenzione amministrativa. Inoltre che vengano rivisti e rimodulati gli accordi stretti con la Libia, oggetto di dibattito proprio in questi giorni e si ponga maggiore attenzione ai minori stranieri non accompagnati troppo spesso vittime di reti criminali.
In ultima battuta vanno riviste la legge nazionale sullo status di apolidia da uniformare alla convenzione internazionale del 1961 e va creata senza ulteriori indugi (sono anni che attendiamo) un’istituzione nazionale per i diritti umani in conformità con i Principi di Parigi.