I diritti dei migranti minati dal rinnovato accordo tra Italia e Libia

In seguito al recente rinnovo automatico (2 novembre 2019) del memorandum di intesa siglato da Italia e Libia per il controllo dei flussi migratori, FIACAT e ACAT Italia hanno diramato un comunicato congiunto che di seguito riportiamo.
La Federazione Internazionale delle ACAT (FIACAT) e ACAT Italia deplorano il rinnovo dell’accordo tra Italia e Libia e chiedono una sua revisione radicale da parte delle autorità italiane.
Nonostante le numerose richieste da parte della società civile, il memorandum firmato nel 2017 tra Italia e Libia per limitare l’afflusso di migranti sulle coste italiane, è stato automaticamente rinnovato questo 2 novembre 2019.
Molte iniziative promosse dalla società civile, inclusa la campagna #Ioaccolgo, si sono moltiplicate negli ultimi anni per denunciare tale accordo che viola i diritti dei migranti. In base ad esso, l’Italia fornisce assistenza finanziaria, materiale e tecnica alla guardia costiera libica per limitare l’afflusso di migranti illegali. Di conseguenza, molti migranti vengono trattenuti o riportati in Libia, dove continuano a essere documentate gravi violazioni dei diritti umani. In effetti, le organizzazioni internazionali e non governative e i media hanno ripetutamente denunciato, tra l’altro, atti di tortura, abusi sessuali, detenzione arbitraria e condizioni di detenzione che costituiscono trattamento crudele, disumano o degradante.
In risposta a queste critiche, il governo italiano ha annunciato l’intenzione di convocare una commissione interministeriale italo-libica congiunta per ridefinire alcune parti di questo accordo. Tale soluzione non può tuttavi essere considerata soddisfacente in virtù del trattamento che viene riservato ai migranti in Libia.
Facendo eco alla petizione lanciata da ACAT Italia al Primo Ministro Giuseppe Conte affinchè la Libia non venga più considerata un porto sicuro, FIACAT e ACAT Italia sollecitano le autorità italiane a rivedere radicalmente il memorandum. Invitano inoltre tutti i paesi dell’Unione europea a fornire una risposta comune, basata sul rispetto dei diritti umani, al fenomeno migratorio, in particolare garantendo un’equa distribuzione dei migranti, stabilendo politiche più inclusive e realizzando urgenti azioni di salvataggio in mare.