RDC. Quando penseremo ai morti di Kisangani?
Tra il 5 e il 10 giugno 2000, la “guerra dei sei giorni” ha provocato più di 1.000 morti a Kisangani e dintorni. Da più di vent’anni le vittime chiedono riparazione e giustizia.
Un conflitto mortale per il controllo di Kisangani
La seconda guerra del Congo è iniziata nel 1998 e ha visto scontrarsi sette paesi africani fino al 2003. Una parte significativa della Repubblica Democratica del Congo orientale (RDC) è controllata da gruppi ribelli congolesi e dai loro alleati stranieri. La città di Kisangani, situata nella provincia Orientale, occupa una posizione militare strategica all’incrocio tra il fiume Congo e i fiumi Tshopo e Lindi. È anche sede di un redditizio commercio di diamanti e oro.
Nell’agosto 1999, la crisi tra Rwanda e Uganda per il controllo di Kisangani è degenerata in un conflitto aperto. I soldati dell’Esercito patriottico ruandese (RPA) e delle forze di difesa del popolo ugandese (UPDF) utilizzano armi pesanti in aree densamente popolate causando morti e feriti tra i civili. Nel maggio 2000, la tensione è aumentata e il 5 maggio i combattimenti con armi pesanti hanno nuovamente provocato la morte di civili. Tra il 5 e il 10 giugno 2000 la “guerra dei sei giorni” vede i due campi impegnati in “attacchi indiscriminati con armi pesanti, uccidendo tra 244 e 760 civili e ferendone più di 1.000” indica il Rapporto specialistico delle Nazioni Unite. Le associazioni locali parlano di oltre 1.000 morti e 6.600 colpi di arma da fuoco, che hanno distrutto almeno 800 edifici tra cui la cattedrale. Migliaia di persone fuggono dalla città.
Lotta contro l’oblio
Ventuno anni dopo, molti feriti vivono con disabilità fisiche e psicologiche, altri hanno perso membri della famiglia e vivono con questo vecchio trauma. Certi leader congolesi, alcuni dei quali oggi sono in carica, hanno partecipato e beneficiato dei suoi scontri. Le cicatrici di questa guerra rimangono visibili in città, senza che le autorità abbiano, ad oggi, eretto alcun memoriale per le vittime di questi crimini di guerra.
Collettivi di vittime si stanno mobilitando perché questa tragedia sia ufficialmente riconosciuta e per ottenere giustizia e risarcimenti. Il regista Dieudonné Hamadi, nel suo film “Sulla strada verso il miliardo”, combatte l’amnesia e mette in luce la lotta delle vittime. Questo documentario pluripremiato, di cui ACAT-France è partner, uscirà nelle sale il 29 settembre 2021. Dopo decenni di negazione e silenzio, è tempo di ricostruzione e riabilitazione per Kisangani e i suoi abitanti.
Ulteriori informazioni sulla situazione in RDC
https://www.laciviltacattolica.it/articolo/crisi-della-repubblica-democratica-del-congo/
https://www.ilpost.it/2021/02/23/congo-milizie-guerra/
https://it.wikipedia.org/wiki/Seconda_guerra_del_Congo
https://lindro.it/kisangani-in-congo-ritornano-i-fantasmi-della-guerra-dei-sei-giorni/
https://www.repubblica.it/solidarieta/volontariato/2020/09/19/news/congo-267838319/
https://video.repubblica.it/mondo-solidale/congo-downstream-to-kinshasa-il-racconto-dei-superstiti-dell-altra-guerra-dei-sei-giorni/367402/367950
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Giac 2,17-18
“Così anche la fede: se non ha le opere, è morta in se stessa. Al contrario uno potrebbe dire: Tu hai la fede ed io ho le opere; mostrami la tua fede senza le opere, ed io con le mie opere ti mostrerò la mia fede.”