Un rapporto che fotografa i CPR, i nostri “buchi neri”

Pubblichiamo in allegato l’interessante rapporto redatto da CILD ( Coalizione italiana libertà e diritti civili) che ha il merito di puntare nuovamente i riflettori sui centri di detenzione amministrativa per migranti (CPR). Luoghi che, nel corso degli anni, hanno cambiato più volte nome, ma la cui sostanza è rimasta analoga, purtroppo. Che si siano chiamati CPT, CIE e ora CPR rimane il fatto che sono prigioni a tutti gli effetti, in cui uomini e donne vengono privati della libertà personale senza aver commesso alcun crimine, luoghi oscuri, a volte privi di regole definite in maniera univoca, dove si può essere rinchiusi per un tempo che può andare dai 30 giorni ai 90, prorogabile per altri 30 qualora, per i motivi più disparati, il rimpatrio non possa essere effettuato.

Scarica il rapporto Buchi neri. La detenzione senza reato nei CPR