La nostra vergogna ai confini dell’Europa. L’appello delle ACAT

Alle porte dell’Europa centinaia di migranti sono ammassati dalla parte polacca e migliaia dalla parte bielorussa.
Allarmate dalle gravi violazioni dei diritti umani e incoraggiate anche dagli stati UE, le ACAT firmatarie, membri della FIACAT, denunciano ancora una volta la ripresa di pratiche contrarie al diritto internazionale e sollecitano con la massima urgenza l’intervento dell’UE per organizzare l’assistenza materiale di queste persone, vigilare sul rispetto dei loro diritti fondamentali, in particolare vietando i respingimenti alle frontiere.

Agli Stati responsabili delle violazioni viene vivamente richiesto di correggere senza indugio il loro approccio, garantendo a qualsiasi migrante in arrivo alle loro frontiere una regolare procedura di asilo, un trattamento dignitoso e, prima di tutto, l’accesso incondizionato e immediato agli aiuti umanitari d’emergenza.

Le nostre organizzazioni non possono tacere di fronte alla “guerra ibrida” che si sta svolgendo ai confini orientali dell’UE. La principale delle conseguenze è che molti esuli si trovano in Bielorussia, dove la loro domanda di asilo non viene né esaminata né elaborata, intrappolati in mezzo alla foresta, circondati da guardie di frontiera, polizia ed esercito dalla Bielorussia e dalla Polonia. Famiglie e minori, in particolare, sono alla mercé dell’inverno implacabile e precoce, e dell’arbitrio di forze di sicurezza, in una situazione intollerabile.
È urgente che siano soccorsi e che i loro diritti fondamentali siano rispettati.

Le ACAT sono estremamente preoccupate per la recrudescenza dei respingimenti illegali praticati ai confini polacchi, che possono rappresentare violazioni dell’articolo 33 della Convenzione di Ginevra del 1951, la quale garantisce il principio di non respingimento. Avvistati nella zona di confine, le persone vengono riportate a forza alle frontiere esterne, senza esame individuale della loro domanda di asilo o dei motivi di ingresso. Le violenze e i respingimenti, contrari al diritto europeo e internazionale, se lasciati impuniti, rischiano di diventare, per tacito consenso, uno strumento regolare per la gestione delle nostre frontiere esterne.

Nel cuore dell’estate 2021, i rapporti di molte ONG hanno confermato l’uso della forza e di respingimenti illegali, riproducendo il modello messo in pratica dalle forze di sicurezza croate denunciato l’anno scorso, e hanno segnalato espulsioni collettive illegali alla frontiera polacca, accompagnate da violenza, umiliazione e furto, persino a danno di minori. Inoltre, alle frontiere orientali dell’UE, l’agenzia FRONTEX può solo assistere alle operazioni e non può interviene in caso di violazioni.

In quanto sentinelle dell’eliminazione universale della tortura e delle pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti, e favorevole a una soluzione duratura all’interno della UE, chiediamo alla Commissione e ai governi degli Stati membri di:

  • fornire un sostegno, sia attraverso la distribuzione in situ di aiuti umanitari internazionali urgenti ai migranti sulle frontiere di Bielorussia, Polonia, Lituania e Lettonia, sia con un’accoglienza effettiva ed immediata delle persone interessate, in primis i bambini e le famiglie. Questo piano, prevedendo la creazione urgente di vie di accesso legali, aperte ai migranti in Bielorussia, ai confini della Polonia, e dei due Stati baltici suddetti, deve essere accompagnato dall’istituzione di meccanismi per l’accoglienza di emergenza e portare alla ridistribuzione delle persone negli Stati firtmatari degli accordi di Dublino e Schengen;
  • facilitare gli interventi e l’accesso immediato delle organizzazioni umanitarie ai migranti intrappolati nelle zone di confine, che devono essere soccorsi immediatamente e beneficiare di un riparo, di un approvvigionamento regolare (cibo e vestiti), così come anche di pieno accesso all’assistenza sanitaria;
  • estendere e adattare i programmi di ridistribuzione e di accoglienza umanitaria al contesto attuale, nonché ogni altro mezzo di accesso legale, e porre fine a ogni ostacolo al ricongiungimento familiare;
  • garantire l’accesso a una procedura regolare di asilo in linea con lo stato di diritto;
  • sanzionare immediatamente qualsiasi respingimento illegale, nonché qualsiasi Stato membro che non rispetta il diritto internazionale;
  • istituire un meccanismo di monitoraggio trasparente, indipendente ed efficace, compresa una formazione adeguata delle guardie di frontiera Frontex al fine di prevenire eventuali azioni illegali, per scoprire le violazioni dei diritti umani, in modo di monitorare la gestione dei confini degli Stati membri;
  • inviare osservatori internazionali indipendenti alle frontiere comuni di Bielorussia, Polonia, Lituania e Lettonia.

Rivolgiamo quindi un appello urgente e esplicito ai governi:

  • di Lituania, Lettonia e Polonia (invitiamo quest’ultimo a revocare le leggi dannose che autorizzano i respingimenti e vietano qualsiasi possibilità di obiezione a coloro che sono stati espulsi al confine), in modo che aprano i loro rispettivi territori a qualsiasi straniero in difficoltà;
  • di tutti gli Stati europei aderenti al sistema Schengen/Dublino, perché accolgano queste persone sul loro territorio – secondo una modalità di redistribuzione da definire – e offrano loro la possibilità di richiedere asilo ai sensi della Convenzione del 1951 sullo status dei rifugiati e il suo Protocollo del 1967.
  • Bielorusso, che rispetti i diritti umani fondamentali, in conformità con il Patto internazionale sui diritti civili e politici del 1966, e che adempia gli obblighi derivanti dalla Convenzione del 1951 relativa allo status dei rifugiati e il suo Protocollo, che garantisce il diritto dei migranti di chiedere asilo.


La Commissione Europea deve fare di tutto per fermare il crudele gioco politico attualmente in atto, che minaccia la sicurezza e la coesione europee, e denunciare gli Stati che violano il diritto internazionale perché rispondano di qualsiasi atto contrario ad esso.
Spetta alla Commissione prevenire e fermare qualsiasi violazione della Convenzione di Ginevra del 1951 o di qualsiasi altro strumento di diritto internazionale giuridicamente vincolante sui diritti umani e dei rifugiati. Che guardie armate europee contemplino a sangue freddo l’agonia di bambini vulnerabili davanti ai loro occhi, senza portare loro alcun soccorso, è assolutamente indegno dei nostri valori europei!