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Asia Bibi la cristiana condannata per blasfemia in Pakistan, dopo 5 anni di carcere rischia di finire al patibolo. L’lata corte di Lahore ha infatti respinto il ricorso presentato dal suo difensore che tentava di smontare la tesi dell’accusa.

Nonostante il cambio di regime e le promesse post-rivoluzione la Tunisia continua da essere un paese in cui la tortura viene utilizzata come pratica normale da parte delle forze dell’ordine per estorcere confessioni o punire criminali.

In occasione della giornata mondiale contro la pena di morte, il Ministro degli esteri italiano, Federica Mogherini, ha rinnovato l’impegno dell’Italia per una moratoria universale sulla pena capitale nel mondo, sottolineando come già da anni il nostro paese abbia fatto e stia facendo molto affinchè si possa arrivare un giorno alla completa abolizione di questa terribile pratica.

Come ogni anno il 10 ottobre, Giornata mondiale contro la pena di morte, ACAT Italia (Azione dei Cristiani per l’Abolizione della Tortura) e la Federazione Internazionale delle Acat (Fiacat), insieme alle Ong, le reti, gli attivisti e le organizzazioni abolizioniste di tutto il mondo, si uniscono alla Coalizione mondiale contro la pena di morte e alla mobilitazione per l’abolizione di questa pr

A fine settembre la FIACAT e ACAT Mali hanno organizzato un seminario di sensibilizzazione per l’abolizione della pena di morte nel paese africano. Hanno partecipato all’iniziativa: leader religiosi e tradizionali, membri della società civile, giornalisti, membri della Commissione nazionale per i diritti umani del Mali (CNDH) e parlamentari.

In seguito alla morte di due detenuti tunisini in circostanze ancora poco chiare e nell’arco di una decina di giorni, l’Organizzazione tunisina contro la tortura chiede l’apertura di un’inchiesta immediata. Il sospetto è che i due uomini siano stati sottoposti a violenze e maltrattamenti mentre si trovavano in stato di detenzione.

Iran Human Rights (Ihr), organizzazione non governativa che si batte contro la pena di morte in Iran, ha lanciato in questi giorni un appello internazionale per impedire l’esecuzione di Reyhaneh Jabbari, una ragazza di 26 anni accusata di aver ucciso l’uomo che 7 anni fa aveva tentato di stuprarla.

Il prossimo 22 settembre, la Corte d’appello di Tangeri dovrà pronunciarsi sulla sorte di Wafaa Sharaf, attivista dei diritti umani in Marocco, condannata a un anno di prigione e a una pesante ammenda per aver denunciato un caso di tortura da lei subita nell’aprile di quest’anno.

Si sta tenendo in questi giorni a Ginevra e fino al 26 settembre, la 27esima sessione ordinaria del Consiglio dei diritti umani. La Fiacat sta seguendo nello specifico alcuni panel, fra cui quello relativo alle persone detenute e l’esame delle Relazioni periodiche universali per la Costa D’Avorio e per la Repubblica democratica del Congo.

In occasione della Revisione periodica universale sullo stato dei Diritti umani nel nostro paese, ACAT Italia, assieme alla propria Federazione Internazionale FIACAT presenterà a Ginevra un proprio rapporto alternativo, la cui sintesi era già stata pubblicata sul sito ed è scaricabile al seguente link: